I DISTURBI ALIMENTARI IN ETÀ EVOLUTIVA

I disturbi alimentari riguardano sia l'assunzione di cibo problematica o atipica, sia un'alterata percezione della propria immagine corporea; essi si manifestano in diversi modi, sia fisici che psicologici. Durante l'infanzia e adolescenza è frequente la presenza di particolari comportamenti alimentari, spesso caratterizzano una specifica fase dello sviluppo del bambino, solo alcuni di questi sono infatti veri e propri comportamenti problematici.
Si passa dai classici problemi di allattamento, svezzamento e deglutizione all'ingresso alla mensa scolastica a situazioni di obesità, anoressia o bulimia.

ALIMENTAZIONE SELETTIVA


È un esempio frequente di comportamento alimentare non particolarmente problematico che emerge in età prescolare (e a volte anche scolare): il bambino mangia solo alcuni cibi (di solito 5 o 6 cose) rifiutando categoricamente altri senza neanche averli assaggiati.

ALIMENTAZIONE RESTRITTIVA


In questo caso invece il bambino mangia solo una piccola quantità del piatto propostogli, nonostante sia il cibo da lui preferito. Spesso sono bambini che non hanno molto appetito, o non hanno tempo da dedicare al pasto perché impegnati ad intrattenersi con giochi e altre attività. Se si tratta di un momento passeggero, e dai controlli pediatrici il bambino cresce normalmente, non c'è motivo di preoccuparsi.

DISFAGIA FUNZIONALE O FOBIA DEL CIBO


Alcuni bambini iniziano a mangiare in modo selettivo o restrittivo dopo un trauma accaduto a loro o ad un familiare durante il momento del pasto: un alimento andato per traverso, il sentirsi soffocare, o l'aver vomitato dopo l'assunzione di qualche tipo di cibo, portano il bambino a non voler più mangiare l'alimento in questione dopo questo episodio (capita con cibi solidi o farinosi o di piccole dimensioni...).

OBESITÀ INFANTILE


Questo fenomeno sempre più in crescita, non è ancora ritenuto un disturbo del comportamento alimentare, ma non per questo è da trascurare. Un'alimentazione scorretta, a base di alimenti ricchi di zucchero e sale, assunta in quantità esagerate, carente di frutta e verdura è alla base del fenomeno, peggiora se accoppiata ad una vita sedentaria, priva di attività fisica.

In adolescenza il rapporto calorico richiesto al corpo in crescita è maggiore per cui spesso si nota un aumento incontrollato dell'appetito, anche fuori pasto, che se non corrisposto da una regolare attività fisica e l'apporto di cibi vari e salutari può portare ad un cospicuo aumento ponderale.

ANORESSIA


Dalla parte opposta troviamo il controllo costante delle calorie assunte in base al tipo di cibo e alla quantità, corrisposto da un'eccessiva attività fisica o da condotte eliminatorie (vomito, assunzione di diuretici e lassativi) atta a “eliminare l'eccesso” di cibo ingerito. Ciò è provocato da un'erronea percezione della propria immagine corporea, ci si vede in sovrappeso, si cerca quindi di limitarne l'aumento, e si è costantemente ossessionati da questo problema.

BULIMIA


Caratterizzata da frequenti episodi di abbuffate impulsive di ogni tipo di cibo (ovvero mangiare grandi quantità di cibo in tempi molto brevi) seguito dal conseguente senso di colpa per il comportamento attuato e inappropriati metodi compensatori per prevenire l'aumento di peso (che solitamente si mantiene stabile attorno al peso normale).

I disturbi alimentari, soprattutto in adolescenza, non sono un problema solo femminile! Prestiamo attenzione anche all'alimentazione dei ragazzi!

QUALI COMPORTAMENTI SONO MOTIVO DI PREOCCUPAZIONE?

- bassa autostima e immagine corporea distorta (vedersi brutta, grassa...)
- nascondere il cibo
- lasciare la tavola durante il pasto e subito dopo andare in bagno
- abbuffarsi
- mangiare di nascosto
- vomito autoindotto
- sentirsi a disagio e colpevoli rispetto al cibo
- pesarsi spesso
- attività fisica eccessiva
- problemi di sonno
- irritabilità
- isolamento, ritiro sociale